Intervista alla dott.ssa Natalina Gatti, commercialista esperta in startup e PMI innovative

Gentile dott.ssa Natalina Gatti, che cos’è una startup innovativa

Per comprendere cosa si intende con il termine startup innovativa è fondamentale conoscere le differenze che ci sono tra startup innovativa ed impresa tradizionale. Nella letteratura economica, una startup innovativa è una tipologia di impresa in cui la validazione del suo business model avviene praticamente prima di realizzare la società e prima del suo avviamento commerciale. Il punto di forza, infatti, è proprio l’innovatitivà intrinsica che c’è dietro lo sviluppo di un prodotto o di un servizio che si caratterizza per l’elevato contenuto tecnologico. Inoltre, un’altra caratteristica di questa impresa è la mancanza di dati storici predittivi. Ecco perché, quando parliamo di startup innovative, la nostra esperienza di consulenza ci suggerisce l’assoluta necessità dell’ attività chiamata validation.
Eric Ries, autore di “The lean startup”, un bestseller della letteratura economica relativa alle Startup che tutti gli addetti ai lavori dovrebbero aver letto almeno una volta, definisce la startup innovativa come “Una startup è un’istituzione umana studiata per creare, in condizioni di estrema incertezza, un nuovo prodotto o servizio”.
Un startup innovativa per avere successo deve puntare su 3 elementi fondamentali: il team, un metodo scientifico che consenta di affrontare l’incertezza, una metodologia per la creazione di un prodotto in grado di soddisfare i bisogni dei futuri clienti.
Anche il libro “The four steps to the Epiphany” di Steve Blank , che consiglio sempre di leggere a chi vuole entrare a far parte del mondo degli startupper,  definisce la start up innovativa come “una organizzazione temporanea che ha lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile”.
Da ciò si evince come, in un panorama di elevata incertezza, sia fondamentale individuare un business model che funzioni, che sia scalabile e ripetibile.
La differenza principale tra startup innovativa e impresa tradizionale è rappresentata dalla grande incertezza con cui la prima attività si trova a operare. Per fare un esempio pratico di startup innovativa si può citare YouTube, una piattaforma di streaming video che ha conosciuto un grande successo, ma che ha proposto qualcosa di nuovo e dirompente della quale non poteva assolutamente prevedere gli esiti. Aprire un bar, ad esempio, sebbene comporti sempre un rischio legato all’attività imprenditoriale, è un’attività già conosciuta con business model collaudati e, quindi, sicuramente meno incerta.
Ecco perché, prima di lanciare la propria start up, in qualità di esperta, consiglio sempre la validazione del business model. Si tratta di verificare che il target del proprio business funzioni e che valuti positivamente l’offerta e che, magari, sia disposto anche a pagare quel premium price, ovvero un prezzo maggiore di quello che costa realizzare quel prodotto e promuoverlo.
Questa guida è molto utile per chi desidera approfondire la validazione del business model. 

Dottoressa quali sono i requisiti obbligatori previsti dalla normativa italiana per le startup innovative

É bene sapere che, se da un parte le startup innovative accedono a una serie di vantaggi, come un regime fiscale, giuslavoristico e civilisto agevolato, dall’altra sono tenute rispettare una serie di limiti e divieti.  In primis, devono essere costituite tramite  atto pubblico o per atto sottoscritto con firma digitale, non essere nate in seguito a cessione aziendale e avere una determinata forma giuridica, ovvero essere SRLS, anche unipersonale, SC, SPA, SAPA, SE, SCE o Società Consortile. Queste imprese innovative godono del regime fiscale agevolato per 60 mesi dalla data di costituzione, ma questo cessa se non vengono espletati tutti gli adempimenti periodici da parte dell’amministratore. Ecco anche perché è importante affidarsi a un commercialista esperto in startup innovative.

Inoltre, una startup innovativa, per essere tale, deve occuparsi principalmente dello sviluppo e la produzione di prodotti e servizi ad alto valore tecnologico. Per accedere alle diverse agevolazioni, una startup deve avere la sede principale in Italia e, anche se risiede in un Paese UE, deve avere comunque un’operatività sul territorio nazionale.

É bene specificare, inoltre, che durate la durata del regime agevolato, ovvero 60 mesi, la startup innovativa non deve, né può distribuire utili ai soci e deve astenersi dal quotare proprie azioni o quote rappresentative del proprio capitale sociale in borsa.
 

Qual è la correlazione tra la forma giuridica scelta, il business model e la fundraising strategy della startup innovativa?  

Bisogna chiarire subito che non è possibile ottenere una consulenza giuridica chiara senza conoscere il business model, il progetto imprenditoriale che la anima e la strategia di fundraising. É sulla base di questi fattori, infatti,  che si può scegliere la forma societaria più indicata anche a livello economico.
Per questo, avvalersi di una consulenza di un’ esperta in startup innovative e PMI è importante.

Come si comporta se e quando si presenta uno startupper che vuole aprire senza validare il business model della startup che intende aprire?

Gli spieghiamo che dovrà rivolgersi ad un altro studio. Solo la verifica statistica e l’analisi dei dati, infatti, permettono di prendere le decisioni strategiche corrette. Altrimenti la fine ingloriosa della startup è certa.
Contatta la dottoressa Natalina Gatti, commercialista esperta in startup e PMI innovative per una consulenza.